Storia
Ultima modifica 14 luglio 2023
E’ certamente difficile stabilire le origini di San Pietro a Maida, data l’assenza di documenti o testimonianze certe. Si può tuttavia desumere in maniera indiretta la presenza, nei dintorni dell’attuale centro abitato, di gruppi di persone già a partire dall’anno 1000. Secondo Gabriele Barrio (1571) la denominazione originaria sarebbe Petreium o Petreio, per altri, invece, San Pietro di Stretto, o ancora Petrazzo, dal nome di un pastore. L’origine dell’insediamento è legata al flusso di gruppi sempre più numerosi di monaci che dal VII al X secolo si spingono verso l’occidente per l’incalzare delle orde musulmane, trasferendosi in Sicilia e poi in Calabria e facendo diventare il comprensorio lametino una delle aree a più alta densità di monasteri della Calabria. A San Pietro viene edificato il monastero basiliano intitolato a Santa Veneranda, i cui ruderi sono visibili, nella omonima contrada, fino al 1848.
Le prime fonti ufficiali comprovanti l’esistenza del casale di “Sancto Petro de Mayeda” risalgono al 1400. La popolazione del casale va via via crescendo anche grazie alla particolare posizione geografica, lontana dalla costa e al riparo quindi sia dalla zona malarica che dalle scorrerie saraceniche. Nel XVI secolo è collocabile la costruzione della chiesa matrice di San Pietro, come risulta dalla lettura dei Regesti Vaticani, che riportano come rettore un tale Aloysio. Sempre alla fine del Cinquecento, acquista consistenza quel percorso di integrazione tra vita civile e religiosa con la costituzione delle cappelle di iuspatronato e con l’istituzione delle confraternite, alle quali si deve la realizzazione di ospizi, allora denominati ospedali, e ubicati appena fuori dell’abitato. Nel 1597, San Pietro a Maida conta 680 abitanti ed è dotata della chiesa di San Nicola di Bari, di San Giovanni e di Santa Maria del Carmelo. A parte la abitazioni delle famiglie agiate (Votta,Fabiani), le abitazioni del periodo sono “case terranee”, “catogi”, che si diramano dalla piazza pubblica e fanno da cornice alla chiesa, al palazzo padronale ed ai magazzini ad un solo piano. Altri piccoli nuclei rurali si coagulano via via intorno al Fiume di mezzo, assumendo una forma casuale che ha come elemento urbano strutturante il “vicolo” che assume la denominazione di “carrera” o “introito conviciniale”. Nascono così i luoghi urbani : l’Hospitale, che assume la denominazione da un edificio che alla fine del XVIII secolo è di proprietà dell’Università, riportato anche come lo Spedale di San Giovanni o l’Ospedale dei Poveri; lo Travone o Gurnelle, che rappresenta la zona artigianale in quanto vi si costruiscono vasche di sassi per raccogliere le acque per macerare il lino; la Piazza, centro di riferimento economico e culturale; la Gibia, nella parte alta dell’abitato, che assume le funzioni di riserva idrica pubblica; la Fiumara dei mulini, che è di importanza primaria per l’industria di trasformazione locale attivata alla fine del Cinquecento con il mulino di proprietà del convento di San Francesco di Paola.
San Pietro conobbe la tragedia e la distruzione provocata dai terremoti, da quello del 1638 che fa registrare 70 case distrutte e nessuna vittima a quello del 1783, che provocò 12 morti (tre uomini, quattro donne e cinque ragazzi) su 1456 abitanti. Le chiese di San Giovanni e San Nicola sono quasi completamente distrutte; la prima viene quasi subito ricostruita, mentre la chiesa madre sarà completamente disponibile ai fedeli quasi un decennio più tardi, riscostruita sulla struttura precedente, ma senza l’antico campanile.
Con il provvedimento del 19 Gennaio 1807, San Pietro, che conta circa 1300 abitanti, viene riconosciuto come Luogo, ovvero Università autonoma, appartenente al distretto di Monteleone e denominato San Pietro a Maida. Il 4 maggio 1811, per effetto dei Decreto istitutivo di Comuni e Circondari, San Pietro a Maida diveniva Comune dei Circondario di Maida. La geografia sociale della prima metà del 1800 è caratterizzata sostanzialmente da agricoltori, ai quali si affiancano 112 filatrici, 2 fochisti, un armiere, dieci sarti, quindici calzolai, quattro conciapelli, tre muratori, unu barbiere, dieci ferrai, tre falegnami, un beccaio, un bettoliere, nove mugnai, tre “farmaci”, uno “scrivente”, dieci foresi, un guardaboschi, un usciere, undici “vaticali”, quattro massari, dodici civili, undici mandriani e alcuni benestanti.
Il 29 Agosto 1860, San Pietro ospita Giuseppe GARIBALDI, nella casa del Capitano Ferdinando AIELLO. A ricordo dell'Eroe dei due Mondi i sampietresi hanno inciso, nel centenario dell’avvenimento, una lapide. Accanto al portone di Palazzo Aiello si legge:
"IN QUESTE MURA EBBE OSPITALE ACCOGLIENZA GIUSEPPE GARIBALDI IL 29 AGOSTO 1860.
LUNGO IL CAMMIN DEL POPOLAR TRIONFO DA MARSALA AL VOLTURNO, FERDINANDO AIELLO,
CHE L'EROE LIBERATORE STRINSE FRA LE SUE BRACCIA,
A GLORIA DEL PROPRIO COMUNE QUESTA MEMORIA POSE "
Nei primi mesi del 1871, i mugnai di San Pietro partecipano alla rivolta contro la tassa sul macinato : tutti e dieci i mulini in attività risultano chiusi, tanto che il prefetto è costretto ad intervenire, ordinando l'apertura di un mulino, per far fronte alle esigenze della popolazione, che ammonta ormai a circa 2500 abitanti. Ulteriori problemi alla popolazione sono provocati dalle precarie condizioni igienico-sanitarie, nonostante la presenza di un medico comunale, sin dal 1866 in pianta stabile. Si registra, infatti, nel 1883 un forte tasso di mortalità per malaria : 35 casi ogni 1000 abitanti. A cavallo del 1900 viene completata la strada Maida-Curinga, permettendo l'ampliamento del paese a ridosso della "via nova".
Agli inizi del XX secolo, la popolazione calabrese è stremata : fame, miseria, malattie costringono intere famiglie a cercare una migliore forma di sopravvivenza altrove. Si instaura così quel fenomeno che caratterizza l'intero secolo : l'emigrazione. Le destinazioni primarie del periodo sono le Americhe : i sanpietresi si dirigono principalmente verso l'Argentina, con scarsa fortuna, a differenza di quanti si stabiliscono negli Stati Uniti. Nel quinquennio 1901-1905, su una popolazione di 2563 abitanti, una media di 107 persone all'anno sono costrette ad emigrare.
E' possibile ricercare tracce dei nostri antenati diretti negli Stati Uniti collegandosi al sito della Fondazione Ellis Island (New York).
Il terremoto dell'8 Settembre 1905 provoca a San Pietro 6 feriti ed un totale di 180.000 lire di danni, di cui 20.720 per il municipio, la chiesa abbaziale, la chiesa di San Giovanni e la chiesa di Santa Maria.
La prima Guerra Mondiale conta il sacrificio di 18 sampietresi.
Nel 1935 viene completata la costruzione della scuola elementare, istituzione necessaria per la crescita culturale del paese, che conta più di 3500 abitanti.